Nucara a Radio Radicale

Il segretario del Partito Repubblicano Italiano Francesco Nucara ha rilasciato lunedì scorso un’intervista a Radio Radicale.

Onorevole Nucara, quali sono le sue valutazioni sullo scontro nel Pdl tra Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi? E perché il leader del Pdl continua a dire che il Pri fa parte del Pdl? Nel corso del suo intervento di apertura alla Direzione del Pdl, Berlusconi ha ribadito questo concetto…

"Quando Berlusconi ha aperto il suo intervento nel corso della Direzione, ha detto una cosa non vera, sostenendo che il Pri si era sciolto nel Pdl. Abbiamo ripetuto decine di volte che il Partito repubblicano non ha aderito al Pdl. Lo abbiamo anche chiarito con una nota di agenzia pochi minuti dopo l’intervento del premier alla Direzione del Pdl. Noi siamo alleati con il Pdl e lo siamo stati in tutte le Regioni nel corso delle ultime elezioni. Ma, come avevo previsto, la coesione del Pdl non sarebbe durata molto. Lo dissi allo stesso Giorgio La Malfa all’inizio della legislatura, quando si iscrisse al gruppo parlamentare del Popolo della libertà. Di fatto, il Pdl non esiste più. Anche se i toni di Gianfranco Fini e di Silvio Berlusconi si sono moderati molto all’indomani dello scontro tra i due nel corso della Direzione. Credo che Fini abbia posto un problema politico molto serio. Il Pdl è un partito che non ha tesserati. Infatti questo soggetto politico si chiama Popolo della libertà e non Partito della libertà".

Si aspettava questo scontro così violento dopo una vittoria così convincente del Pdl alle ultime regionali? E’ giusto che Fini abbia intrapreso questa iniziativa politica, pur restando Presidente della Camera?

"Una volta chiesi al Presidente del Senato Giovanni Spadolini di venire in Calabria per partecipare ad una mia iniziativa politica. La seconda carica dello Stato mi rispose: ‘Guarda, io sono il Presidente del Senato. Per i comizi nel corso della campagna elettorale chiama il Presidente del partito Bruno Visentini’. Ma questo codice di comportamento delle alte cariche dello Stato apparteneva alla Prima Repubblica. Oggi questi comportamenti non esistono più. Pierferdinando Casini, Fausto Bertinotti e Gianfranco Fini hanno scelto un altro tipo di comportamento quando sono giunti a ricoprire un’alta carica dello Stato. Per quanto riguarda il Pdl, questo è un partito fatto dal notaio. Dal notaio si fanno i contratti di affitto, i contratti di acquisto e di vendita. Questa situazione ha portato il Presidente della Camera Gianfranco Fini a dire la sua su certi argomenti in modo innovativo rispetto alla sua storia. Basta pensare all’affermazione sul ‘fascismo come male assoluto’, al sostegno di Fini in difesa della laicità dello Stato. Ma in questi quindici anni in realtà tutti i Presidenti della Camera hanno svolto un ruolo politico e partecipano anche ai congressi di partito. Questa è una novità. Berlusconi è un nostro alleato, ma devo anche aggiungere che i problemi devono essere dibattuti".

Cosa pensa della "proposta indecente" del segretario del Partito democratico Pierluigi Bersani, che vorrebbe un’ammucchiata delle opposizioni (Fini compreso) contro il centrodestra?

"Lo ha detto lei: è una proposta indecente. Il problema non sono - come sostiene Bersani – le divisioni nel Popolo della libertà, ma quelle del Partito democratico. Il Pd ha molte più divisioni del Pdl. Oggi Bersani si ritrova con un gruppo parlamentare che ha costruito Walter Veltroni, con il metodo assurdo della designazione dei parlamentari con la lista bloccata. Basta guardare, insomma, a quello che succede nel Pd: Dario Franceschini la pensa in modo diametralmente opposto a quello di Bersani. Inoltre Veltroni ha creato una sua nuova corrente mascherata da fondazione. A questo dobbiamo aggiungere l’opposizione estremista di Antonio Di Pietro. Se il Pd continua a fare la politica dell’opposizione con il pregiudizio che ha manifestato in questi mesi, farà la stessa fine del Pci, che è stato all’opposizione per quarant’anni".

Di Pietro vuole sapere a tutti i costi chi sarà il leader del centrosinistra alle prossime elezioni politiche. Perché lo vuole sapere proprio oggi? Vuole essere lui il leader del centrosinistra nel 2013?

"Se il leader del centrosinistra fosse Di Pietro, Berlusconi vincerebbe le elezioni politiche con un ampio margine di vantaggio perché nemmeno nel Partito democratico Antonio Di Pietro è amato. Questa iniziativa di Antonio Di Pietro mira ad ottenere nuove sponde per l’Idv nel Partito democratico. Ma contro Bersani. Mancano tre anni alle prossime elezioni politiche. Questo periodo può essere utilizzato per le riforme che servono al Paese. La proposta di scegliere il candidato premier proprio oggi mi pare una provocazione".

Chi butterebbe giù dalla torre, tra Fini e Berlusconi?

"Io non butto giù nessuno. Perché dovrei farlo? In politica non si butta nessuno. Un mio caro amico, che fa lo scienziato, mi aveva domandato come facevo a stare con Berlusconi. Gli ho risposto dicendo che la differenza tra la mia posizione e la sua è che io sono di sinistra, mentre lui è comunista. Ecco perché il mio auspicio è che Fini e Berlusconi si mettano attorno ad un tavolo e trovino ben presto un’intesa sulle riforme. Ecco perché non è necessario buttare nessuno giù dalla torre".